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Giugno 8, 2016Arriva in Italia Palexia
Dal mese di settembre è disponibile anche in Italia la nuova formulazione da 25 mg di Palexia®, compresse di tapentadolo a rilascio prolungato. Il nuovo dosaggio da ora consentirà ai medici italiani di perseguire una maggiore appropriatezza terapeutica per la gestione della patologia dolore, con conseguente maggior beneficio per un numero crescente di pazienti.
Tapentadolo, capostipite di una nuova classe farmacologica di analgesici centrali si contraddistingue per l’elevato profilo di efficacia, sicurezza e tollerabilità grazie all’ originale e innovativo meccanismo d’azione: agonista dei recettori oppioidi µ e inibitore della ricaptazione della noradrenalina. Entrambi i meccanismi d’azione contribuiscono in modo complementare e sinergico alla sua efficacia analgesica, dimostrata nel trattamento del dolore nocicettivo e di quello neuropatico.
Il dolore infatti è un fenomeno biologico e fisiologico altamente complesso. La sua forma cronica non è solo un’estensione temporale del dolore acuto, poiché la cronicizzazione implica dei processi di trasformazione patologica a livello del sistema nervoso. Ciò rende necessari differenziati approcci clinici.
Il nuovo Palexia® 25 mg risulta particolarmente utile per l’aggiustamento dei dosaggi nei percorsi terapeutici più complessi, ma anche nella gestione delle prime fasi evolutive della patologia, rappresentando quindi un concreto completamento delle opzioni terapeutiche oggi disponibili. Inoltre è indicato per i pazienti fragili, quali gli ultra-ottantenni – che in Italia sono circa 3,7 milioni – e gli epatopatici (pazienti con epatiti croniche virali e cirrosi) – rispettivamente 2,5 milioni e 1 milione (dati Istat e dati epidemiologici pubblicati da “Gastroenterologia Italiana”).
La professoressa Patrizia Romualdi docente di Farmacologia all’Università di Bologna afferma che “la capacità analgesica del tapentadolo, la sua azione di contrasto anche della componente neuropatica del dolore e il suo miglior bilanciamento, rispetto agli altri oppioidi maggiori, del rapporto fra efficacia e tollerabilità, fanno del nuovo Palexia® 25 mg un’utile arma terapeutica aggiuntiva a disposizione dei medici italiani: ad esempio per una precisa e raffinata modulazione posologica e per le prime fasi evolutive della patologia dolore”.
Ma Palexia 25 può rivelarsi un nuovo e valido aiuto a vantaggio dell’appropriatezza terapeutica anche per il medico di Medicina generale, come chiarito dal dottor Claudio Polistina, della Asl Napoli 1 ed esperto in terapia del dolore: “Per le forme di dolore muscoloscheletrico ricorrenti o di minor durata, per le quali ancora oggi sono molto prescritti, e in modo senz’altro inappropriato, farmaci indicati per il dolore acuto, un dosaggio meno elevato di tapentadolo può rappresentare senz’altro la terapia d’elezione”.
Il professor Paolo Cherubino della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, docente e già preside dell’Università dell’Insubria, chiarisce quali sono le forme di dolore cronico nelle quali Palexia® 25 mg può rivelarsi un valido rimedio terapeutico: “Il dolore articolare, muscolare, tendineo e peri-articolare, tutte forme dolorose che possono essere anche l’esito di traumi modesti. Ma anche le cervico-brachialgie e le lombalgie posturali”.
Il dottor Stefano Respizzi, direttore del Dipartimento di Riabilitazione e Recupero Funzionale dell’IRCCS Humanitas Research Hospital, accenna infine a una distinzione, nell’impiego elettivo per Palexia® 25, in base alle differenti condizioni soggettive del paziente e al suo specifico percorso di cura: “Se per un paziente giovane con lombosciatalgia cronica, o per uno sportivo politraumatizzato in percorso fisioterapico, consiglieremo dosaggi più elevati di tapentadolo, per consentirgli di ridurre i tempi della ripresa funzionale e così tornare alle attività lavorative e sportive, un dosaggio di 25 mg è senz’altro indicato per i pazienti fragili. In tutti i casi, nella fase finale del percorso fisioterapico, Palexia® 25 mg risulta un prezioso alleato per consentire l’ottimale gestione del paziente”.